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Innovazione

"Le officine devono investire in innovazione e professionalità" - G.Crosta

Investire in professionalità degli operatori, in innovazione tecnologica, ed essere resilienti. Per Gianfranco Crosta, Pgm di Vamag, sono questi gli elementi su cui il settore dell’autoriparazione deve puntare per essere sempre più competitivo in un mondo in rapido cambiamento.

Presidente Crosta sappiamo che lei non predilige il temine 4.0 però non pensa che è da ciò che c’è dietro a questo concetto che bisogna partire se si vuole rimanere competitivi nel settore dell’autoriparazione.
“Penso che si sia abusato eccessivamente del termine 4.0 più destinato all'industria dove indica una tendenza dell'automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti. Definizione che mal si addice ad attività commerciali e artigianali tanto meno a gommisti piuttosto che carrozzieri. Siamo però dell'idea che nella definizione stessa d'Industria 4.0 ci siano i presupposti per una crescita anche nel settore artigianale e commerciale a cui la nostra produzione fa riferimento, ne è un esempio concreto la nostra Accettazione Dinamica, che integra nuove tecnologie produttive, migliora le condizioni lavorative del cliente grazie, tra le altre particolarità, al sistema "OneStop" e all'innovativo software proprietario capace di elaborare in pochi secondi dati e informazioni raccolti dalla prova dinamica generando un report completo sullo stato di salute del veicolo e offrendo quindi opportunità commerciale in maniera altamente professionale. È pur vero che la sola Accettazione non rende giustizia all’innovazione necessaria se questa non è supportata e integrata da una progettazione che ridisegni non solo spazi e flussi di lavoro, ma soprattutto il metodo di lavoro che va rivisto al cuore del suo stesso business, che deve portare alla crescita professionale dei clienti trasformandoli da artigiani ad imprenditori”.

Il prossimo anno festeggerete 40 anni di attività. Quali sono stati i vostri elementi di forza?
“I tratti distintivi di questi anni sono stati due: competenze professionali e innovazioni tecnologiche. In quarant’anni abbiamo cercato sempre di investire su questi due aspetti così da rimanere competitivi sul mercato. Oggi siamo in grado di progettare un’officina completa, di sederci con i clienti e offrire una consulenza mirata non soltanto sulle attrezzature ma anche sulla crescita imprenditoriale del cliente”.

In che modo sostenete i vostri clienti?
“Li aiutiamo a incrementare lavorazioni e servizi, ad automatizzare i processi di lavoro e a digitalizzare la propria attività. Quando definiamo “Workshop Connected 4.0” un’officina da noi ideata, la intendiamo nel suo ultimo stadio di crescita, dotata di attrezzature che possano connettersi tra loro e che siano in grado di fornire dati e numeri. Siamo convinti che l’obiettivo vero e utile per il cliente, a partire da oggi, sia di raccogliere sempre e comunque dati, a ogni ingresso e lavorazione, perché con questi può nell'immediato trasformare gli stessi in potenziali vendite piuttosto che elaborarli successivamente per capire i numeri della propria azienda, studiare margini di miglioramento, fare marketing, ottimizzare i processi d’acquisto di ricambi e materiali di consumo e tanto altro”.

Sembra che il “data analysis” sia essenziale per la vostra attività e per il supporto che date ai vostri partner.
“Sì, abbiamo posto la connessione e la raccolta dei dati al centro del business. L’intera gamma di nostra produzione, assetti ruote, banchi prova potenza, tutti gli strumenti da revisione, l’accettazione, è in grado di fare tutto questo e da ognuna di queste attrezzature raccogliamo numeri essenziali e generiamo report utili nelle scelte e nelle soluzioni da adottare. Siamo consapevoli che può apparire come una visione troppo futuristica, ma siamo altresì convinti, anche a causa del Covid, che il tempo sia arrivato: o si cambia alla svelta o non c'è più possibilità di ottenere margini sufficienti alla sopravvivenza con le attuali abitudini lavorative e commerciali. Le officine sono lente, sì nella lavorazione ma ancor di più nell’attività commerciale e di marketing, ormai arma fondamentale per generare reddito, margini e strategie”.

Lei ha parlato di “visione futuristica”. Ci sono però attività che da sul terreno dell’innovazione si muovono a rilento. Non c’è il rischio che molte restino indietro?
“Sì, ci sono attività trentennali e oltre, gestite da chi ha sognato di lasciare ai propri figli la propria storia lavorativa senza vanificare anni di sacrifici che adesso si trovano a un bivio. È nei loro confronti, vista la fiducia che molti di loro ci hanno accordato negli anni utilizzando le nostre attrezzature, che sentiamo di avere un obbligo morale nell’accompagnarli in una nuova fase della loro attività. Puntando anche sulle giovani generazioni più intraprendenti, abituati a usare la tecnologia, più “smart” e probabilmente laureati. Abbiamo già da tempo, avviato un percorso di sensibilizzazione. Attraverso la nostra rete di distributori stiamo organizzando su tutto il territorio nazionale forum e incontri direttamente con il mercato per poter condividere con loro idee e prospettive così da definire insieme l’officina che verrà. Iniziare con loro un percorso di crescita, potendo sin da subito aiutarli nel cambio dell’attuale modello di business, farli diventare dei veri “multiservice”, renderli “dinamici” nell’accettazione, aggiungere competenze e magari “laurearli” presso la nuova "Vamag Academy", aumentarne a piccoli passi automazione e connessione fino al raggiungimento dell'obiettivo. Sarà un cambiamento enorme”

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